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Visualizzazione dei post da agosto, 2016

Soltanto un orinale.

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"Ho l'impressione che Duchamp non sia stato una guida utile. La sua argomentazione sembra quella che fu data per la guerra in Vietnam: dobbiamo distruggere il villaggio per salvarlo, dobbiamo distruggere l'arte per salvare l'arte. Ma, alla fine, quel che ci resta è soltanto un orinale." Robert Adams, Lungo i fiumi , Ultreya 2008. (edizione originale: Along Some Rivers , Aperture 2006)

Caso per caso.

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Una fotografia, qualsiasi fotografia, è presa con un congegno in presenza del fenomeno che riflette o trasmette della luce verso il congegno stesso. La durata della presa, e altri parametri, influenzano il visivo che viene trattenuto nel congegno e infine elaborato in modo chimico o elettronico. Gli umani, per i motivi più diversi, trovano che mettere in azione questo congegno porti loro dei vantaggi, non più rapidamente e facilmente ottenibili con altre azioni. Tant'è che si prendono miliardi di fotografie oramai. La natura di questi vantaggi è prevalentemente legata al rapporto tra la presa della fotografia e il fenomeno ripreso. Ne consegue che poco importa se una fotografia sia impronta, traccia, segnale o altra cosa, importa che cosa se ne fa, il perché e se assolve al suo compito o meno. A decidere questo possono solo essere i diretti interessati: chi la fotografia l'ha presa e chi la usa. Di volta in volta, caso per caso.

Un qualunque Midwest planetario.

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A fronte della scomparsa di centinaia di persone nel sisma di Amatrice e dintorni, e superata l'emergenza dolorosa di questi tragici giorni, si porrà il problema di come e cosa fare per l'area quasi del tutto rasa al suolo o comunque resa inagibile. A questo proposito, mi si affacciano alla mente alcune considerazioni storiche. La prima è che la Amatrice oggi devastata era quella che venne ricostruita dopo il sisma dell'ottobre del 1639. Quindi furono le energie artistiche del secolo barocco a presentare di nuovo al mondo un paese che viveva ancora oggi soprattutto del turismo fondato sul suo fascino paesaggistico e urbanistico. Non ci fu mera ricostruzione di abitazioni, ma si riuscì a ricostruire della bellezza in grado di suscitare interesse anche nei secoli successivi. L'altro esempio, che ho potuto vedere di recente è Noto, nel siracusano. Lì, ciò che il sisma aveva cancellato fu l'origine di una potente sfida artistica al destino mortifero. Oggi Noto rap

Più forte della propria.

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La libertà dell'essere umano è forse l'aspetto che più connota la civiltà occidentale tra le altre del pianeta. Oggi questo diritto fondamentale a decidere di se stessi e del proprio destino è soggetto a sempre più sanguinosi tentativi di soppressione. In apparenza i motivi sono di natura religiosa, nella realtà dei fatti però si tratta dell'eterno conflitto tra la libertà e la forza. Il pendolo della storia oscilla tra l'una e l'altra senza mai trovare il punto d'equilibrio definitivo e mai lo potrà trovare. La libertà difatti  non può essere davvero esercitata senza che l'uso della forza sia messo a sua difesa, come monito a chi osasse minacciarla. Questo accade perché la massima espressione di libertà risiede proprio nella capacità di usare la forza a piacimento, senza che alcuna altra forza, e quindi altra libertà, riesca a impedirlo. I latini la chiamavano "pax romana". Risiede per questo nella libertà stessa il seme che ne può determina

Almeno per adesso.

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I flussi mediatici del momento mostrano un bambino siriano di Aleppo coperto di polvere scura su tutto il corpo, vestito come vestivano me alla sua età, con molto sangue sul volto. Sta seduto attonito sul grande sedile arancione di un'ambulanza. Il tutto avvolto in una luce forte e fredda, quasi da studio fotografico. Interessante notare che è un frame di un video. Lo scrivo perché penso sia un'immagine che può piacere davvero molto ai giurati del prossimo World Press Photo e quindi potrebbero anche nell'occasione sdoganare la videocamera come strumento fotografico. Tanto le più recenti fotocamere sono già delle videocamere di alta qualità. Quindi il momento decisivo e bla bla bla non è altro oggi che uno dei 25 fotogrammi ripresi in un dato tempo, basta scegliere quello giusto, dopo, con tutta calma. Quello giusto per cosa? In questo caso, per fornire ai flussi mediatici un'immagine semplice ed efficace, facile da vedere e ricordare, non troppo cruda, ma abbast

Io fotografo.

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Lo so come funziona. Arrivi ad un punto che ti sembra quasi di impazzire. Chi ti è vicino sembra non capire nulla o all'improvviso ti rendi conto che non può capire nulla. Le parole ci sarebbero forse, ma ce ne vorrebbero troppe e poi? A cosa varrebbe? Una volta che l'hai detto, il silenzio stupefatto finirebbe per seppellirti in una solitudine anche peggiore. Non c'è speranza, senti qualcosa che è chiaro solo a te, dannatamente solo a te. Il bisogno nasce così. Come una fame improvvisa e irrefrenabile da soddisfare subito. Ti prende proprio alle viscere e non ti lascia. Non puoi far finta che tutto sia come prima, devi per forza tirar fuori quello che ti sta arroventando la testa. Con quello che sai, con quello che puoi. C'è chi usa una penna, altri usano uno scalpello. Io fotografo.

REST 01/08/2016

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REST contains photographs without words . The photographers selected for REST carry out good projects with interesting pictures. REST wants to change the priority. The visual perception is the first form of knowledge: instinctive, pre-verbal. If you need words, ask the photographers directly. REST thinks: if an image doesn't work, a hundred, a thousand, or a million words won't be enough to save it. Photographers: Franco BORRELLI, Matteo GALLO, Sophie-Anne HERIN, Mattia PALADINI, Luana RIGOLLI, Marco VERGANO. Preview and buy. REST 01/08/2016 BORRELLI GALLO HERIN PALADINI RIGOLLI VERGANO Format: US Letter. 64 pages; 50 colour plates. ISBN: 9781367361331. blurb.com Previous issues. REST 27/05/2016 FUSCO MENARELLO MORETTI PISANI STOCCHI VITTORI REST 29/02/2016 ALTERO-VINO CRAVERO DI FONZO DI LEO LOMBARDO MASSA MICON REST 13/12/2015 CREAZZO GHIO LABELLARTE MINERVINI MONI TONOLLI REST 09/08/2015 ARMENTANO GIACOBINO GIANNOTTA

Un momentaneo distacco dal corpo.

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Se c'è una cosa che dovrebbe trovare tutti d'accordo è la relatività dell'esperienza di ciascun essere umano. Tutto inizia e finisce nel corpo, luogo insuperabile del nostro vivere. Gli umani nascono con un corpo e di quello vivono fino alla sua fine biologica. Il mondo esiste in quanto risultato delle percezioni fisiche del corpo umano. Ciascuno quindi vive in un proprio mondo che negli anni ha imparato ad attraversare. La mente elabora di continuo i dati sensoriali fornendo in tempo reale, o quasi, la sintesi che serve per mantenere la vita nel corpo fino a che la natura non finirà per impedirlo. Su queste basi, sembrerebbe che si sia condannati a vivere in un'assoluta soggettività e autoreferenzialità. Soccorre invece la comunanza di specie. Essendo tutti nella medesima condizione, esiste una "zona grigia" nella quale le singole esperienze possono sovrapporsi e risultare familiari e riconoscibili anche ad altri oltre al diretto interessato. Le immagin

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