Stieglitz secondo Frillici.

Ho dato una prima lettura al breve saggio di Pier Francesco Frillici intitolato L'esperienza del risveglio - Alfred Stieglitz nella fotografia e nell'arte del suo tempo A pubblicarlo è l'Editrice Quinlan di Roberto Maggiori. Non sarò mai abbastanza grato all'intensità e qualità delle scelte editoriali di Maggiori. Un nutrimento più unico che raro nel panorama culturale italiano.

Di Frillici avevo già molto apprezzato Sulle strade del reportage - L'odissea fotografica di Walker Evans, Robert Frank, Lee Friedlander, edito sempre da Maggiori. Come in quel caso, anche ora riesce a dare prospettive nuove di lettura su autori ed eventi ai quali in apparenza sembrerebbe impossibile aggiungere qualcosa.

La vicenda umana e artistica di Alfred Stieglitz è nodale per comprendere gli sviluppi dell'arte moderna negli Stati Uniti e non solo. Il fatto di essere partito dall'ambiente del Pittorialismo fotografico  ha impedito a lungo il riconoscimento complessivo del suo operato. Anni fa trovai persino un testo nel quale veniva citato solo come importante collezionista e gallerista di pittura, senza il minimo cenno al suo essere innanzitutto un artista che si esprimeva nel fotografico.

Il merito principale di Frillici è quello di ricollocarlo nella posizione che gli compete, al centro del dibattito sull'arte, aggiungendovi addirittura un'interessante ipotesi critica, quella cioè di aver anticipato il superamento dell'arte come oggetto verso l'arte come esperienza condivisa, che solo in anni a noi più vicini ha trovato piena diffusione

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