Le visioni di Kusterle.

Colpa mia, ci sono arrivato quasi alla fine.

Resta solo un ultimo giorno (domenica 8 maggio 2016, ore 14-19) per vedere la mostra antologica di Roberto Kusterle alla Fondazione 107 di Torino. Nonostante questo, invito coloro che mi leggono in tempo, e possono farlo, a visitare in extremis questa eccellente esposizione.

La mostra si svolge sulle pareti della Fondazione, luogo di per sé già molto coinvolgente, seguendo la cronologia dei cicli seriali fino all'ultimo eccezionale Morus Nigra (2015) che supera ogni altro in nuove direzioni tutte ancora da esplorare. Cosa davvero non da poco per un artista classe 1948.

Chi mi legge sa che non amo per nulla quelle fotografie che uso definire "pasticciate". Quelle sovraccariche di elaborazioni, non importa se di camera oscura o digitali. Ebbene, Kusterle rappresenta per me da oggi l'eccezione che conferma la regola.

Ogni aspetto delle sue fotografie, per quanto fortemente elaborato e anche minuziosamente predisposto in ripresa, è talmente riuscito come visivo, possiede una tale autonomia, da rendere il percorso performativo da cui nasce compiutamente risolto.

Le modalità messe in atto dall'artista sono del tutto necessarie per rendere visibile il suo sentire. L'esperienza di trovarsi di fronte alle stampe originali è insostituibile. Siamo, secondo me, ai limiti superiori delle possibilità espressive del fotografico, anche in un terreno ad esso ostico, come quello della resa materiale.

Alcune fotografie sono talmente ben condotte da indurre in inganno l'occhio che finisce per vedere cose da toccare, delle quali si pensa di poter sondare la materia, dove invece non c'è altro che immagine stampata. Un gioco d'illusione non fine a se stesso, non virtuosistico, ma indispensabile per dare animazione, soffio vitale al tutto.

I richiami iconografici sono svariati: dalla pittura fiamminga allucinata di un Hieronymus Bosch, attraverso il Surrealismo, gli apparati rituali tribalisti, fino all'immaginario Fantasy dei nostri tempi. Nessuno però prevale, perché tutto converge verso un impianto figurativo originale che mette insieme l'umano e il naturale in una inestricabile congiunzione biologica e organica. L'umanità corporea sembra avvolta nella natura primaria da cui si distingue a fatica, per pochi accenni a volte.
Insomma, poche ciance, chi può, vada!


Fondazione 107
Via Andrea Sansovino, 234
10151 Torino
Tel. +39 011 4544474

Ingresso:
Intero 8 €
Ridotto 5 €
Gratuito con Abbonamento Musei Torino Piemonte

Orario:
da giovedì a domenica 14.00 – 19.00.


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