Banalità funzionali.

Ultimo giorno del 2015. Una convenzione come un'altra. Niente riassunti quindi e nemmeno buoni propositi. Si faranno quando se ne avrà davvero necessità, semmai.

Tornando brevemente al tema delle missioni fotografiche, di cui scrivevo ieri, vorrei solo precisare che sono ovviamente ben contento che ci siano state. Il problema è che secondo me non è più il caso che ci siano.

Sia chiaro però, sono contento che ci siano state, come sono contento che un tempo la chiesa cattolica e i principi rinascimentali abbiano fatto lavorare Michelangelo. Senza Michelangelo, e compagnia d'artisti, chiese e palazzi sarebbero solo luoghi di culto e residenze signorili anonime; di nessun interesse se non per l'utilità dei praticanti e dei dimoranti.

Il fatto quindi che un Walker Evans abbia lavorato per la FSA o un Gabriele Basilico per la DATAR, quest'ultimo realizzando con Bord de mer quello che ritengo il suo capolavoro assoluto, sono coincidenze felici, ma non fanno parte del programma di quelle missioni. Mettete un Tizio Sempronio qualsiasi a far le foto in quei luoghi e avrete della roba anonima, accettabile al massimo per qualche sociologo, storico e studioso d'occasione.

In sintesi, per chiudere bene e iniziare meglio l'anno nuovo: senza artisti (veri) si ottengono solo banalità funzionali.

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