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Visualizzazione dei post da marzo, 2014

Che bel quadro, sembra una foto!

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Il Fotoclub MOLTOMOSSO , nell'ambito della manifestazione Il weekend della Fotografia , presenta DOMENICA 6 APRILE Incontri con i fotografi Ore 14:30 Fulvio Bortolozzo Che bel quadro, sembra una foto! Avventure, disavventure, personaggi e aneddoti di una storia d'amore mai finita tra pittura e fotografia. A seguire: Erminio Annunzi, Progettualità nella fotografia di Paesaggio . Alessandro Brunello, Fotografia nel cinema: Punti di Vista . Al termine degli incontri i fotografi ospiti saranno a disposizione dei presenti per visionare le loro fotografie e dare consigli e suggerimenti. Per concludere, Foto Aperitivo per tutti i presenti. Sede della manifestazione: Centro Socio Culturale Coop , galleria di via Repubblica 15, Novate Milanese. Programma: www.moltomosso.it info: info@moltomosso.it .

Un dialogo silenzioso con le cose.

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©2014 Fulvio Bortolozzo. Oggi il fotografo restringe il suo campo d'azione alla sfera delle esperienze e delle sensazioni personali, con le quali solamente può avere un rapporto di "verità". (...) Per cercare di visualizzare i dati di un'esperienza che consiste spesso in un dialogo silenzioso con le cose circostanti, fino a sfiorare stati di assorta meditazione, il fotografo contemporaneo finisce per creare un'immagine emblematica dell'ambiente. (...) L'ambiente viene "messo a nudo" sia per una stringente necessità morale di chiarificazione del proprio essere ed esistere nella realtà attuale (...) sia per un'adeguata tendenza formale a spogliare l'immagine da elementi visivi troppo accentratori o di facile effetto visivo. Il concetto di nudità (...) deve essere cioè inteso nel senso della rinuncia alla spettacolarità e all'esotismo, e ai sistemi di segni visivi che hanno perpetuato molte concezioni fuorvianti della realtà ambien

Bella proprio per questo.

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©2006 Fulvio Bortolozzo. C'è un equivoco duro da chiarire, anzi durissimo. Riguarda l'aspetto visibile delle cose. Nel pensiero comune è diffusa la credenza che esista una relazione diretta tra come le cose si presentano alla vista e come sono nell'essenza loro. Quindi una persona bella d'aspetto, o ritenuta tale da un canone della cultura d'appartenenza, è anche ritenuta buona d'animo o comunque positiva. Si desidera frequentarla anche solo perché ci "decora" la vita. La grande bellezza nasce qui: bei fiori, belle figliole e bei figlioli, bei palazzi, bei giardini, begli oggetti, belle spiagge, bei tramonti, ecc. ecc. La vita è bella in questo preciso modo o così dovrebbe sempre esserlo. Peccato che le cose non stiano davvero in questa maniera. Non esiste una relazione di conseguenza diretta tra un canone formale visibile e il suo contenuto. Così abbiamo persone belle nelle forme e moralmente ignobili, luoghi belli nelle armonie di colori e luc

Il lunedì del fotografico.

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©2014 Fulvio Bortolozzo. Apro stamattina la mia finestra sulla rete e trovo nella valigia di Van Gogh , il delizioso blog di Enrico Prada, la notizia che un volto fotografato non possa non raccontare la sua vita. Quella del volto che racconta la vita è forse uno dei luoghi comuni letterari più consumati. Un volto non mi racconta nulla. Espone se stesso e gli accidenti eventuali che il tempo dell'esistere gli provoca semmai. Nulla dice sui perché e per cosa. Nè se lo vedo di persona, né se lo vedo in una fotografia o altra immagine. Senza parole, senza informazioni, resta lì muto e rassegnato a farsi proiettare addosso tutti i film che la mia eventuale fervida fantasia s'incapriccia di inventarsi. Passo oltre e mi imbatto in Fotocrazia , l'ottimo flusso di pensieri di Michele Smargiassi. Stavolta leggo che una delle chiavi del successo di quella peste oculare di Instagram sarebbe l'uso del fotografare sociale per creare identità di appartenenza condivise, attravers

Il Maestro è nell'anima.

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"Il Maestro è nell'anima e dentro all'anima per sempre resterà." (Paolo Conte) Questo sabato ho infine trovato il giusto momento. Da mesi mi ripromettevo di andare a vedere la mostra antologica che Roberta Valtorta ha dedicato a Roberto Salbitani negli spazi del Museo di Fotografia Contemporanea di Villa Ghirlanda a Cinisello Balsamo . La mostra durerà fino al 6 aprile prossimo e consiglio subito vivamente i miei lettori di non perdere questa occasione per incontrare l'opera di Salbitani. Rimandavo perché io lo conosco Salbitani. Dall'aprile del 1997, quando mi decisi a frequentare un suo workshop a Mogginano sul racconto fotografico. In quell'occasione ebbi pure la fortuna di conoscere Mario Giacomelli, da Salbitani invitato per la domenica. Un'evento memorabile per me. Il resoconto di quel giorno è QUI . Lo conosco e lo incontro ogni tanto Roberto. Qualcosa ci lega, dico io, ma allo stesso tempo la vita ci allontana. Ogni volta il piacere d

Torino.

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©2014 Fulvio Bortolozzo.

E quella cerco.

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©2014 Fulvio Bortolozzo. C'è una storia tutta da scrivere, o forse qualcuno l'ha già scritta, non so: quella della trasformazione dell'immagine da manufatto a prodotto industriale. Alla base di questa trasformazione c'è la moltiplicazione esponenziale dell'umanità sul limitato spazio planetario e il notevole allungamento medio della vita dei singoli umani coinvolti organicamente nell'industrializzazione. L'invenzione sociologica più brillante della civiltà industriale è stata appunto questa: la middle class , ovvero una borghesia funzionale all'industrializzazione, e alla moltiplicazione modulare degli stili di vita e dei consumi (forzatamente industriali) connessi, che arrivava a coinvolgere gli strati più alti della classe operaia. Oggi questo modello di società sta soffocando nelle sue contraddizioni, ma continua implacabilmente ad essere condotto dai poteri decisionali nella direzione iniziale: lo sviluppo senza fine. Vedremo quindi cosa succed

Confini prosegue, Confini riparte.

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Dopo la tappa torinese, la rassegna CONFINI 11 prosegue in direzione di Trieste. Nei giorni di apertura successivi all'inaugurazione sono continuate le visite alla mostra e ho visto con grande piacere anche la presenza di due degli autori esposti: Fabrizio Intonti e Michele Ranzani . Nel complesso l'accoglienza è stata positiva sia per il generale apprezzamento sia per la qualità dei visitatori. Si conferma quindi l'interesse per questo modo unico in Italia di selezionare e promuovere la fotografia contemporanea. Nel frattempo è stato messo on line il bando per poter partecipare alla selezione di CONFINI 12 . Dal prossimo autunno la rassegna riprenderà difatti a percorrere il Paese con nuove sedi nel Mezzogiorno. Oltre all'aumento delle tappe si preparano anche altre proposte didattiche ed editoriali. Personalmente sono molto contento di aver potuto, fin da CONFINI 7, dare un contributo utile a tutto questo, anche se non mi è possibile poterlo proseguire con la s

San Giorgio e il mago.

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©2014 Fulvio Bortolozzo. Avevo in animo di scrivere d'altro oggi, ma il bello di tenere un blog è anche quello di poter fare e disfare a piacimento senza dover per forza rendere conto a nessuno di quanto si fa, nemmeno a se stessi. Quindi ecco la novità. Sta qui sopra. Si tratta di una veduta fotografica della facciata a mare di Palazzo San Giorgio a Genova, presa di recente secondo i dettami della prospettiva lineare. Chi conosce quel luogo sa che il palazzo è sconciato dalla sopraelevata che nega una sua visione prospettica se non mettendosi molto a ridosso dell'edificio. Cosa ancora più sgradevole perché il lavoro di restauro di cui è stato oggetto gli ha restituito, o inventato non saprei dire, una maestosità pittorica che meriterebbe ben altro spazio per essere goduta appieno. Mi decisi quindi a tentare di ottenere per via fotografica quello che l'esperienza nel luogo mi impediva. Dopo aver messo in atto l'osservazione ed averla riportata in fotografia, ce

Precisamente quella.

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Johannes Vermeer (1632, Delft - 1675, Delft), “Lo studio dell’Artista (L’Arte della Pittura)” 1665-67, olio su tela, 120 x 100 cm, Kunsthistorisches Museum , Vienna. In tutti i dipinti di Vermeer, e non solo ne L'Arte della Pittura , le figure sono cose individuate dalla luce. Vermeer costruisce l'esteriorità privandola di superficialità, attraverso l'uso della luce come colore; è la luce a definire i volumi, una luce che è precisamente quella , corrispondente ad una determinata ora e situazione atmosferica, ed è insieme sempre la stessa per la potenza di definizione dello spazio e dei volumi. La luce in Vermeer è colore, che si dispone in rispettoso silenzio, diventando concreta nelle cose e definendo sia le cose sia la possibilità della visione. Il risultato è la rappresentazione non temporale dell'evento, la dignità delle cose per se stesse, ovvero del finito, la precisione di una visione che è insieme inestricabilmente percezione s

Secernere strumenti.

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©2014 Fulvio Bortolozzo, Genova . (...) un aspetto essenziale nello sviluppo della cognizione umana è la capacità della nostra specie di secernere strumenti cognitivi (tra cui anche il linguaggio, ma non solo quello) nel mondo esteriore, dove possono modellare non solo le sue stesse azioni ma anche quelle degli altri esseri umani e delle generazioni successive. Questa visione ampia della cognizione assume particolare importanza per l'analisi dello spazio, dal momento che gli esseri umani percepiscono lo spazio dall'interno di ambienti socialmente organizzati ed elaborano concettualmente lo spazio, lo costruiscono e lo percorrono grazie ad una ricca serie di strumenti frutto delle attività cognitive dei nostri predecessori (...). Charles Goodwin, Il senso del vedere . .

Milano, ma anche no.

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©2014 Fulvio Bortolozzo. Le parole, secondo me, dovrebbero stare lontane dalle fotografie. Sono troppo pesanti e ingombranti per accumularsi sopra ali di farfalla fatte di luce. Ecco, già qui scatta lo pseudo poetico letterario. Tuttavia, farne a meno e anche quasi impossibile. Pure una data ed un luogo, nel loro voler essere minimamente invadenti, costituiscono comunque una colonizzazione. Con questa contraddizione irrisolvibile è quindi necessario convivere. Almeno però trovo indispensabile farlo in modo cauto e problematico. Tra le parole più nefaste ci sono quelle in libertà, in specie quelle di chi, per necessità o vocazione, di parole vive. Facile scrivere e parlare di immagini. Tutto pare consentito. Tutto però finisce per essere tritato nella giostra autoreferenziale del linguaggio scritto /verbale. Silenzio. Questo sì, aiuterebbe. Interrotto a volte da parole: poche e solo se proprio necessarie. Qui sopra c'è una riproduzione in bassa risoluzione (570 pixel lato cort

La grande eleganza.

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Ieri Giovanni Gastel è arrivato a Genova, su invito del Prof. Giancarlo Pinto della Scuola Politecnica di Ingegneria e Architettura. Due gli appuntamenti in città. Il primo alle undici nella  Villa del Principe Doria Pamphilj, dove Gastel ha tagliato il nastro inaugurale del nuovo Polo della Fotografia , spazio espositivo allestito nella storica Galleria degli Argenti , voluto dal Prof. Pinto per dare maggior forza al suo già grande impegno per la promozione della cultura fotografica. A rotazione mensile, si prevede che negli spazi del Polo verranno organizzate mostre di autori emergenti e riconosciuti, con un fitto calendario parallelo di workshop ed incontri. Attualmente, fino al 2 aprile, è visibile la mostra " C'è stato il terremoto " di Andrea Carrubba , a cura di Giancarlo Pinto e Sandro Iovine . Il secondo appuntamento è stato in facoltà alle due e mezza del pomeriggio per una lezione agli studenti del Corso di perfezionamento e aggiornamento professional

Cannes (France).

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©2012 Fulvio Bortolozzo.

Cannes (France).

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©2012 Fulvio Bortolozzo.

Cannes (France).

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©2012 Fulvio Bortolozzo.

Da Efrem ad Andreja.

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Efrem Raimondi, Lectio Magistalis allo IED di Torino. Ieri pomeriggio mi è andata così. All'inizio fu Efrem Raimondi . Il piacere grande di vederlo di persona all'opera mentre si offre, con la sua esperienza più che trentennale, ai giovani studenti di fotografia del corso dello IED di Torino . su invito del coordinatore Paolo Ranzani . Parole in libertà, a volte anche amare, ma fertili per chi deve affrontare un percorso di studi ed avviarsi alla professione. Fotografare, anzi come dice Efrem " fare fotografia " vuol dire campare di questo. E come camparci è oggi la vera sfida. Dopo un'ora e mezza ho però dovuto uscire nel sole abbagliante che ieri festeggiava Torino per andare ad aprire la mostra di CONFINI 11 allo Spazio Giotto . Anche perché aspettavo uno degli autori, Fabrizio Intonti in arrivo da Roma. Niente fotografie con e di Fabrizio. Non sarò mai un fotografo ritrattista perché quando con le persone ci parlo a tutto penso meno che

Riccione.

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©2006 Fulvio Bortolozzo.

Torino.

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©2014 Fulvio Bortolozzo.

Grazie della partecipazione.

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©2014 Fulvio Bortolozzo. Una bella serata tra amici e non solo. Vecchie conoscenze, gente di qualità, ma anche persone mai viste prima. Discorsi a ruota libera, tanto apprezzamento per i lavori esposti. Colpisce la forza di pensiero e la cura nella realizzazione delle stampe. Raccolgo anche, devo dire inattesi, molti complimenti per il progetto CONFINI nel suo complesso. Questa rassegna, giunta all'undicesima edizione, viene ormai considerata un punto fermo e sicuro di attenzione, unico in Italia nel suo genere, verso autori che sperimentano declinazioni innovative del fotografico come forma d'espressione nel più ampio contesto dell'arte e della comunicazione visiva contemporanea. Che dire? La soddisfazione di far parte di tutto questo è grande. Ringrazio vivamente gli intervenuti all'inaugurazione per l'accoglienza davvero calorosa che hanno dato alla tappa torinese della rassegna CONFINI 11 ed invito chi volesse ancora visitarla a venire a trovarci allo Spazi

Torino.

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©2014 Fulvio Bortolozzo.

Indizi da una mostra.

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Durante l'allestimento della tappa torinese di CONFINI 11 , lo sguardo cade con insistenza sulle opere e ne coglie aspetti, tracce, dettagli che sono anche indizi, mediati in questo caso da una fotocamera e così divenendo "fotografie di fotografie". L'invito è quello di raccogliere lo stimolo di questi indizi per venire di persona a scoprire i lavori esposti. ©2014 Fulvio Bortolozzo. Dettagli ripresi dalle opere di (dall'alto nell'ordine) : Fabrizio Intonti, Alessandro Cirillo, Domenico Cipollina, Michele Ranzani, Carmen Mitrotta, Nino Cannizzaro. CONFINI 11 Spazio Giotto, via Giotto 11, Torino 4-14 marzo 2014 Inaugurazione il 4 marzo alle ore 18. Orario: dal martedì al venerdì ore 16-19 apertura straordinaria sabato 8 marzo dalle 10 alle 13 Domenica e lunedì chiuso (ingresso libero) Info: borful@gmail.com . .

CONFINI 11... si avvicina il 4 marzo...

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I preparativi sono in pieno svolgimento per l'inaugurazione della tappa torinese di CONFINI 11 . L'appuntamento è martedì 4 marzo alle 18 allo Spazio Giotto di via Giotto 11 (piano negozio, angolo via Petitti; stazione della metro più vicina: Dante). La mostra resterà aperta fino a venerdì 14 marzo prossimo. Orario: dal martedì al venerdì, ore 16-19; apertura straordinaria sabato 8 marzo dalle 10 alle 13. Domenica e lunedì chiuso. (ingresso libero) Info: borful@gmail.com

Torino.

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©2014 Fulvio Bortolozzo.

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