Olimpia, seconda edizione.


Come preannunciato il mese scorso alla presentazione di Walk around the Walls, ecco il nuovo titolo della collana di pubblicazioni autoeditoriali che sto producendo grazie agli strumenti e ai servizi di stampa del sito blurb.com.

Per chi mi segue da qualche anno non è una vera novità. Si tratta infatti di una riedizione, la seconda, di Olimpia, il progetto che ha ricevuto finora il maggior numero di riconoscimenti.

Olimpia è il risultato di un attraversamento notturno del paesaggio urbano che si andava trasformando a Torino in occasione dei preparativi per la XX edizione dei Giochi olimpici invernali. Le fotografie sono state tutte realizzate a partire dall'aprile 2004 fino all'ultima, ripresa dal balcone di casa la sera stessa dell'apertura dei Giochi, il 10 febbraio 2006.

 Non ho voluto seguire alcun canovaccio nello svolgimento del progetto. Diffido da sempre di quello che penso di sapere, dalle notizie su cosa e dove siano le cose importanti da fotografare e sui perché e per come si debbano fotografare. Non ritengo che l'atto fotografico debba per forza essere praticato come un gesto eterodiretto. Nulla da illustrare quindi e men che meno da raccontare.

Il filo rosso che tiene insieme le immagini è quindi quello del mio vagabondare. Ogni sera uscivo senza intenzioni e direzioni precise, ma per vedere, vedere tutto quello che non avevo ancora visto. La regola spontanea, nata dal mio istintivo orrore per le ripetizioni, era quella che se qualcosa già lo conoscevo non meritava tornarvi sopra. A meno che, non avessi avuto la sensazione che c'era dell'altro che non avevo ancora visto o che non avevo visto a sazietà.

In un progetto del genere, l'unica successione possibile delle immagini mi è a lungo apparsa quella puramente cronologica. Difatti se non sapevo perché avessi fotografato una cosa o l'altra, potevo però affermare onestamente che una l'avevo fotografata "prima" e l'altra "dopo".  Se c'è un'ipotesi, in questo caso, è che l'influenza della esperienza precedente può portare a considerare necessaria proprio la successiva, che poi si va a realizzare. Oggi non sono più così persuaso da questa idea. Difatti chi già conoscesse l'edizione precedente, troverà che la linea cronologica (non più dichiarata nelle didascalie) si interrompe a volte, dando origine a brevi raggruppamenti tipologici. A chi lo vorrà, resta ora da giudicare se sia un bene. Per mio conto, come al solito, presento il massimo di quello che posso capire e fare oggi. Domani si vedrà.







Fulvio Bortolozzo
O L I M P I A
Formato: 25x20 cm
64 pagine; 33 fotografie a colori
Testo in Italiano e Inglese





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